FRAME

“Frames”, in cui sita parafrasa il linguaggio cinematografico di Andrej Tarkovskij, caratterizzato da tematiche di tipo spirituale e metafisico e da strutture narrative atipiche e non convenzionali. In essi si destruttura il paesaggio di antiche incisioni, offrendone nuovi punti di vista. L’oggetto di osservazione non muta ma è la percezione a rinnovarsi, proprio come nella cinematografia del grande regista russo. Smaterializzando l’oggetto fisico in un’entità concettuale, si creano paesaggi atemporali. Valore aggiunto alle opere sono i titoli sempre recanti un’indicazione di tempo, sancita ancora una volta dall’artista; un’indicazione del tutto fittizia, che nulla ha a che vedere con i tempi di costituzione dell’opera ma che si pone quale testimonianza di successione temporale, avvicendamento iconico che accentua il parallelismo stabilito ad origine dall’artista con l’immagine cinematografica.